A cena con i proff

LIBERTA’ D’ESPRESSIONE

Crescita e confronto.

Domenica 9 dicembre si è tenuto il secondo appuntamento del ciclo “A cena con i proff” dell’anno accademico 2018/2019. Il tema che in questa sede si è scelto di affrontare è inerente la libertà d’espressione, necessariamente trattato dal punto di vista storico, politico e giuridico al fine di disporre di una visione più ampia, che consenta di crearsi un’opinione più chiara sulla questione.

Il tavolo giuridico – “Libertà d’espressione: un diritto garantito?” – è stato guidato dal Professor Calvieri, docente di diritto costituzionale del Dipartimento di Giurisprudenza, che ha affrontato il tema della libertà d’espressione alla luce della tutela costituzionale. Dopo un piccolo excursus su come i vari ordinamenti europei e americani tutelano questa libertà così importante, vi è stata una riflessione sulle diverse modalità di protezione della libertà d’espressione e su come questa si nasconda in molte nostre azioni quotidiane, ad esempio la nostra attività online e sui social network.

Il tavolo storico – “Formazione dell’opinione pubblica e libertà d’espressione: un insegnamento dalla storia“ – è stato guidato dal Professor Mario Tosti, docente del Dipartimento di Lettere – Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne, che ha dato avvio al momento conviviale rendendo evidente un fatto: mettendo a confronto la condizione passata con quella presente, risulta lapalissiano che oggi, grazie ai social, siamo all’apice della possibilità di esprimere le nostre idee. Provocatoriamente lo storico ha posto poi una domanda: “Il periodo storico che noi oggi stiamo vivendo è caratterizzato da una vera libertà di espressione oppure essa è superficiale o, peggio ancora, fittizia?”. L’obiettivo della serata non è stato quello di offrire una risposta conclusiva e risolutiva: la discussione si è, infatti, mossa sempre in direzione di un risveglio di coscienza, ponendo problematiche e fatti connessi in un’analisi che ha avuto come esito la maturazione di idee più solide rispetto a come si vive e si sta davanti ai potenti mezzi di comunicazione che il mondo dell’informatica applicata ha posto nelle mani di ognuno di noi. C’è possibilità di educare all’Informazione? Ci si deve educare ad essa! Forse però dovremmo educare prima noi come Uomini.

Il tavolo politico – “Politicamente corretto: libertà di espressione?” – è stato guidato dalla Prof.ssa Assunta Morresi, docente del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie, che ha cercato di spiegare il significato del termine politicamente corretto. Ciò che è emerso è che il politicamente corretto è un “mainstream”, un pensiero accettato dalla maggioranza perché apparentemente non giudica e non lede la sensibilità delle persone; è una forma di verità parziale, in cui in realtà non si esprime la libertà di espressione. Ad esempio, usare il termine “disabile” in sostituzione di “handicappato” e affermare di essere contro tutti gli estremismi, sono alcuni esempi di politicamente corretto emersi durante la cena. Questi esempi, in realtà, mostrano una società incapace di accettare le diversità e i limiti che la possono caratterizzare, questo dovuto a sua volta al delirio di onnipotenza che pervade l’uomo di oggi, il quale non accetta la propria condizione di limitatezza, di finitezza. La cena si è conclusa manifestando l’auspicio che ciascuno abbia il coraggio di esprimere la sua opinione, per poter abbattere il muro del politicamente corretto che trova terreno fertile in un popolo che non ha il coraggio di dar voce alle proprie idee.

Nel complesso, è emerso quanto sia di fondamentale importanza e quanto mai urgente definire il fatto che la libertà d’espressione è realmente tale solo quando si può esprimere la propria opinione andando contro quello che si è via via definito come pensiero comune. Per coloro che vi hanno preso parte è stata una serata di confronto attento e puntuale in cui la presenza preziosa degli esperti ha stimolato la capacità critica che ogni studente universitario dovrebbe coltivare.